Le collezioni
Il Museo espone oltre 650 reperti (databili fra il XIV e il XX secolo) inerenti ogni ambito della vita quotidiana della colonia walser di Macugnaga.
I walser macugnaghesi condussero una vita molto sobria votata all'autosussistenza.
Con i pochi elementi a loro disposizione, pietra , legno , metalli pesanti ,seppero elaborare e creare preziosi supporti al proprio lavoro quotidiano.
Il materiale che predomina queste scelte è sicuramente il legno (di larice). I Walser furono abili intagliatori , scultori ,tornitori ed ingegnosi assemblatori (in legno sono talvolta anche i chiodi) , e ogni famiglia si giovò della grande esperienza manuale che i suoi membri acquisirono.
I Walser si inventarono ,e con successo, falegnami , boscaioli, stagnini , bottai, idraulici, calzolai, mobilieri, pastori, contadini, cacciatori, mugnai, guide alpine, minatori.
Non da meno furono le donne, che oltre ad essere madri, mogli e casalinghe, furono contadine, agricoltrici abilissime, sarte, filatrici, panettiere, educatrici.
Gli oggetti raccolti ed esposti nel nostro Museo profilano le professioni elencate sopra, meticolosamente disposti nell’ambiente per il quale furono realizzati, molti secoli or sono.
Nel focolare sono raccolti gli oggetti necessari alla preparazione del cibo , per la sua cottura (paioli, lavelli), ma anche per la sua lavorazione primaria (strumenti per la trasformazione del latte in formaggio ).
Nella saletta che fu l’antico ingresso, oggetti della vita quotidiana (come abiti o libri), si alternano a strumenti di lavoro (lampade a carburo per il turno in miniera o ramponi e cannedi fucili).
Nella sala principale, la stobu, troviamo un ambiente ligneo raffinato ed elaborato. Le antiche case walser di Macugnaga racchiudono al loro interno un cuore caldo e pulsante: il fornetto (nel dialetto tedesco macugnaghese OFE ).
Il fornetto è una grossa stufa cuboide ricavata dall’assemblaggio di lastre di pietra ollare sgrossate e bocciardate da pazienti mani; questo imponente arredo domestico è ubicato nel nucleo vitale della casa, la sala (STOBU).
Per molti secoli il fornetto rappresentò l’unica forma di riscaldamento dell’unità abitativa.
Questa anima calda è posizionata in due diversi locali: la bocca di fuoco nel focolar e il corpo riscaldato nella stobu.
L’accensione del fornetto è effettuata una volta al giorno, introducendo nella cavità interna quattro –cinque grossi ceppi di legna (abete, larice, faggio, maggiociondolo).Nel periodo più freddo dell’anno si può comunque accendere il fornetto anche due volte al giorno , generalmente mattina e sera. Sebbene il sasso impieghi almeno un ora ad intiepidirsi , una volta raggiunta la temperatura massima , nelle ore successive rilascia calore decrescente , omogeneo e salubre.
La stobu è l’unico locale della casa che gode di questo tepore e di conseguenza in essa si svolgono molte della attività della famiglia, come pregare, dormire, lavorare.
Il fornetto troneggia nella sala , circondato dall’ambiente più elaborato di tutto l’edificio: pareti a pannelli finemente lavorati con preziose cornici ; una serie continua di piccole finestre con eleganti vetri stagnanti, sotto le quali è posto un tavolo arricchito nella sua semplicità da gambe tornite con maestria e fiere sedie con alti schienali; una credenza riccamente elaborata; un cassone intagliato con segreto nel quale vengono riposti i beni della famiglia; un tavolino a ribalta e una panca che circondano e ornano il fornetto: ovunque l’attenzione ai dettagli è stupefacente .
Il fornetto necessità alcune poche ma attente precauzioni d’uso: la manutenzione periodica della canna fumaria e della bocca di fuoco (la cui cenere era l’unica utilizzata per confezionare il sapone da bagno); una corretta dosatura della legna, per evitare un surriscaldamento che a lungo andare provocherebbe profonde spaccature nel sasso; il pavimento in terra battuta al piano inferiore, per un giusto apporto di umidità onde prevenire degli incendi; la foratura del soffitto sopra il fornetto stesso, per permettere all’aria calda non solo di raggiungere il piano superiore , ma anche di disperdersi .
Il fornetto porta inoltre impresso un prezioso cartiglio nel quale sono indicate le cifre dei nomi dei capostipiti della famiglia, la data di costruzione, uno stemma e alcune volte una scritta di votiva, ad imperitura memoria di coloro i quali fra tanti stenti e spirito di sopravvivenza, dimorarono in un ambienteostile, come solo sa essere l’alta montagna, e che la sera si abbandonavano alla quiete appoggiando la schiena dolente al sasso caldo e consolatore .
La sala degli attrezzi da lavoro conserva gli strumenti del falegname, del bottaio, del calzolaio, con alcuni oggetti orami andati perduti e per questo di grandissimo pregio.
La sala del pane, è estremamente affascinante: la panificazione avveniva solo una volta all’anno ed era un momento di grande lavoro e di grande festa in paese. Ogni frazione dell’abitato di Macugnaga possiede un suo forno di cottura. A turno le famiglie mettevano a disposizione della comunità la propria casa, affinché il processo della panificazione andasse a buon fine. Era infatti necessario che l’impasto stesse la caldo, nella sala del fornetto, adagiato in un apposito “letto”, e che le panificatrici potessero lavorarlo comodamente in ogni fase del processo.
La sala documentaristica racchiude e conserva un prezioso abito tradizionale, completo in ogni suo accessorio, documenti della Società Mineraria per l’estrazione del materiale aurifero dalle rocce e dalle viscere del nostro paese, ed alcuni oggetti rari.